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Scrivi un commento al testo di Melissa Flora Pagnotta
Lady Nausicaa

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La sua antica storia riecheggiava da secoli nelle terre di Bretagna, e ad ogni crepuscolo il suo dolore sorgeva a nuova vita, impregnando quelle indifferenti mura di pietra, sua dimora per l’eternità.
Con il calare del manto notturno le stelle come burattini manovrate da una forza invisibile, danzavano e rischiaravano quell’oblio così profondo, radicato nella sua anima come fa un arbusto con la fertile madre terra.
Dai fiordi le urla del mare giungevano strazianti, partecipe alla grande tragedia, e il grande monte smeraldo sorgeva dalle nere acque, mostrando un silenzioso rispetto…Eccola.
Lei si materializza al nono rintocco della sera su quel balcone nero d’ebano…stringe in una mano il suo cuore infranto e nell’altra il suo fatale segreto.
Al principio il suo sguardo è dedicato all’orizzonte, ma negli attimi a seguire si rivolge malinconico alla luna e in un’atmosfera sognante il suo canto risuona nero e disperato tra gli angoli di cristallo e gli intonaci intrisi di rancore, trascinando con sé il suo immortale incubo d’amore…
Per lui, che in tempi lontani le rubò l’anima e dopo vane speranze l’abbandonò tra le braccia della solitudine, alla morte ha dedicato il suo ultimo canto, prima di gettarsi nel vuoto e dormire nei ricordi mortali…
Il suo spirito ora è schiavo del tempo, nel cui turbinio l’unico suo nutrimento è il risentimento e l’odio.
Al dodicesimo rintocco il suo canto s’interrompe e tutto tace.
Le sue lacrime dondolano sulla sua candida figura e chiudendo gli occhi si getta nel vuoto…in un istante si dissolve come fumo con la speranza di non risorgere al nuovo crepusocolo.
Nelle tenebre lei brama la luce. Giunge l'alba. Silenzio.

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